La navigazione in solitaria per qualcuno può rappresentare un sogno che si realizza mentre per altri sarebbe il peggiore degli incubi. La solitudine è una condizione che spaventa in molti soprattutto se non è cercata ma imposta dalla vita. In realtà ci si può sentir soli anche in mezzo agli altri perché in effetti la solitudine è piuttosto uno stato mentale ed è tipica di chi non è in pace con se stesso. Ma se pensate che chi naviga da solo lo faccia perché non ha nessuno per condividere la navigazione, vi sbagliate. La maggioranza dei navigatori, di ieri e di oggi, che navigano in solitaria lo fanno infatti per scelta.

Ma perché scegliere di navigare da soli?

Per una minoranza è la conseguenza di ragioni pratiche: perché amici o familiari non condividono la stessa passione, per difficoltà a far coincidere orari, tempo libero, impegni e lavoro che diventano un ostacolo all’andar per mare in equipaggio. Tuttavia per gli altri resta una scelta volontaria, che risponde a differenti bisogni personali, ma è certamente accomunata dalla ricerca di qualcosa e da un profondo desiderio di libertà.

Quando abbiamo chiesto ai navigatori solitari incontrati durante il nostro viaggio cosa li avesse portati a questo tipo di navigazione, le risposte sono state diverse: una sfida personale, il volersi spingere oltre i propri limiti, il desiderio di vivere in prima persona la navigazione, il largo e il contatto con la natura o il piacere di stare in compagnia di se stessi.

Il piacere di stare da soli in mare con la propria barca è un’esperienza impareggiabile. Molti sono spaventati dall’idea o pensano che sia pericoloso, in realtà, con la dovuta preparazione e consapevolezza delle proprie capacità, uscire in mare in completa solitudine può rivelarsi una bellissima sfida. Sicuramente è un’occasione per conoscersi meglio, un’esperienza capace di aumentare la propria autostima ed un’opportunità per focalizzarsi su se stessi e sui bisogni più veri.

Questa magia è dunque accessibile a molti anche se richiede un po’ di organizzazione e di preparazione.

Andiamo a vedere nel dettaglio astuzie e consigli utili per metterlo in pratica:

  1. La barca

Una barca adatta alla navigazione in solitaria è preparata facendo attenzione alla facilità di manovra. Lo scopo è rendere la navigazione sicura e piacevole attraverso piccoli cambiamenti che rendano la vita di bordo più facile. Vele avvolgibili, autopiloti con modalità vento, vele leggere e robuste, attrezzature di coperta efficienti, il ritorno di alcune drizze per svolgere le manovre in pozzetto…queste e altre ancora le modificazioni che rendono più facile la navigazione in solitaria.

  1. Strumentazione ed elettronica

L’elenco delle attrezzature per aiutare la navigazione in solitaria è differente per ogni barca, ma sicuramente non possono mancare nella lista: l‘autopilota e un trasmettitore AIS. L’autopilota diventa un compagno di viaggio indispensabile per svolgere le manovre mentre l’AIS è utile per la sicurezza anche durante i momenti di riposo.

  1. La sicurezza

In barca la sicurezza viene sempre al primo posto e ovviamente ancora di più quando si naviga da soli. Un incidente può sempre capitare e in questo caso le conseguenze potrebbero metterci davvero in difficoltà. Bisogna quindi sempre indossare un giubbotto di salvataggio ed essere costantemente attaccati alle lifeline, indipendentemente dalle condizioni meteo. L’imperativo assoluto infatti è non cadere dalla barca! 

Prima della partenza verificate anche la farmacia, gli estintori, E.P.I.R.B, la zattera di salvataggio e tutte le dotazioni di sicurezza.  (https://www.osculati.com/it/11601-29.647.01/epirb-a-sgancio-automatico

https://www.osculati.com/it/11085-m-016047/estintore-a-polvere-omologato-med-con-manometro

https://www.osculati.com/it/11058-m-038540/zattera-di-salvataggio-coastlight)

  1. La comunicazione

VHF, radio SSB, cellulare (per le navigazioni vicine alla costa) o telefono satellitare, ognuno potrà scegliere lo strumento di comunicazione che ritiene più adatto. L’importante è verificare prima di partire che tutto funzioni correttamente. Utili sono anche i localizzatori personali (PLB) dispositivi di comunicazione satellitare che emettono segnali in caso di emergenza.

Quando si parte da soli in mare inoltre è bene fare un piano di navigazione (orario di partenza, destinazione e orario previsto di arrivo) da condividere con qualcuno di fiducia a terra.

  1. Organizzazione di bordo

Per chi naviga in solitaria la grande certezza è che ci si dovrà occupare personalmente di ogni cosa. Bisogna infatti essere pronti a fare tutto in modo indipendente ed a svolgere tutti i ruoli di bordo. Sarete perciò lo skipper, il cuoco, il marinaio e quando necessario anche chi dovrà riparare quello che non va. Ecco perché per chi prende il mare da solo è importante, oltre ad una buona conoscenza della propria barca, una consapevolezza delle proprie capacità e anche dei propri limiti.

  1. Procedere gradualmente

Per iniziare in sicurezza, l’ideale è fare una gita in condizioni di tempo calmo e prendere nota di tutti i punti che pongono risultare problematici. L’obiettivo è quello di migliorare le manovre per renderle più fluide e sicure. Con il passare del tempo, se vi sentite più sicuri di voi stessi, potete avventurarvi in navigazioni più lunghe.

Quando siete da soli in mare imparate ad ascoltate le vostre sensazioni e capirete subito se andar per male in solitaria fa per voi. Fidatevi del vostro istinto!

  1. Una predisposizione d’animo

Ultimo, ma non meno importante è sicuramente l’aspetto psicologico della navigazione solitaria. Prima di tutto dobbiamo desiderare di vivere questa esperienza in piena consapevolezza e serenità. Avere il totale controllo, essere l’unico responsabile di tutto ciò che accade e di ogni decisione che deve essere presa non è qualcosa che tutti possono o vogliono sperimentare. Diventa importante quindi avere consapevolezza delle proprie necessità interiori, dei propri bisogni e degli obiettivi che si vogliono raggiungere. Partire in solitaria potrebbe quindi essere la risposta ad un bisogno di allontanarsi da certe preoccupazioni, da situazioni o emozioni che riempiono la mente nella vita quotidiana. Oppure potrebbe essere una sfida con se stessi per conoscersi veramente, testando i propri limiti e i punti di forza.

Qualunque siano le motivazioni che vi spingono verso questo tipo di navigazione, seguite il vostro istinto, pianificate ed organizzate con cura ogni dettaglio di questa bella avventura e poi lasciatevi andare ed assaporate a pieno le gioie dell’andar per mare in compagnia di voi stessi e della natura meravigliosa che vi circonda.

Buon vento!

Lara Michele e Reva   

Lara Michele e Reva