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La Liguria, vista dal mare, regala scorci di grande fascino, ma per i navigatori ha un piccolo difetto: tra La Spezia e Ventimiglia non esistono quasi ridossi naturali per venti da Sud. Questo per l’assenza di insenature sufficientemente profonde (fa eccezione la rada di Sestri Levante, che infatti nei mesi estivi è affollata come poche) da potervi trascorrere la notte in sicurezza. Non ci sono neppure isole dietro le quali riparare o ancorare. L’unica isola in questo lungo tratto di mare è rappresentata dalla Gallinara, poco più di uno scoglio verde sulla riviera di Ponente, nel comune di Albenga.

Con una superficie di soli 21 ettari (lunghezza e larghezza non raggiungono i 500 metri) ha un’altitudine massima di 90 metri e fondali che passano dai dieci metri del versante Nord ai 50 metri di quello Sud in rapida discesa. Proprio per la sua unicità, lo specchio d’acqua antistante l’isoletta è meta piuttosto abituale di chi vuol fare una navigazione di giornata, anche per la sua vicinanza al continente da cui dista meno di un miglio. Il canale interno tra l’isola e la costa è navigabile anche da imbarcazioni da diporto di grande pescaggio grazie a una profondità superiore ai dieci metri.

La Gallinara è riserva naturale e tra le sue falesie nidificano i gabbiani reali, anche se il nome nasce dalle galline selvatiche che la popolavano nei secoli passati. Le prime tracce storiche risalgono al IV secolo DC quando tra quella macchia selvatica si rifugiò san Martino di Tours. I monaci in epoca longobarda costruirono un monastero che a metà dell’Ottocento venne venduto a privati. Nelle acque antistanti sono stati recuperati negli anni molti reperti di epoca romana, oltre a relitti e manufatti risalenti all’antichità. Durante la Seconda guerra mondiale, fu inoltre occupata da una guarnigione tedesca che fece costruire dai prigionieri due gallerie che, per la loro conformazione, permettevano di sorvegliare a 360 gradi il mare. I nazisti realizzarono anche due piazzole di una quindicina di metri sulle quali erano posizionati i cannoni spostati su binari attraverso le gallerie. I cunicoli avevano anche funzione di Santa Barbara per il ricovero delle munizioni e sono visibili ancora oggi.

Sul versante Nord Ovest della costa è stato realizzato un porticciolo con due moli di circa 60 metri ciascuno che racchiudono un bacino la cui profondità massima raggiunge i 3 metri ma, essendo l’isola di proprietà privata (è di una società con sede a Torino e che fa capo a un gruppo di famiglie liguri e piemontesi), l’accesso è permesso solo in caso di emergenza. È stata invece acquisita al patrimonio dello Stato villa Diana, la dimora che prende il nome dall’omonimo industriale genovese che acquistò la Gallinara negli anni 50 realizzando la darsena e gli allacciamenti all’elettricità e all’acqua potabile. Sull’isola esiste anche una torre circolare di avvistamento costruita nel 1500 e sono stati trovati resti di una chiesa attribuibili al tardo Medioevo.

Va da sé che è vietato l’accesso all’isola nonché ogni attività subacquea nella fascia di mare di 500 metri, ed è vietato anche il transito (e la pesca) a meno di 50 metri dalle due falesie rocciose. Le immersioni sono permesse con l’accompagnamento delle guide locali dei diving center convenzionati. Nei fondali si possono trovare margherite di mare, spugne gialle, cernie, murene, polpi. Sott’acqua è stata anche posizionata alla fine degli anni Novanta una statua di Cristo a circa 20 metri di profondità. In caso di navigazione nella zona è consigliabile consultare sempre le ordinanze locali della Capitaneria di Porto per verificare che non ci siano nuovi divieti temporanei.