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La maggior parte dei diportisti ha ormai plance di comando simili a quelle delle automobili, tra schermi hi-tech, touch-screen, sensori di ogni genere, display a cristalli liquidi e così via, tanto che quella mezza sfera luminescente pare ormai relegata al cassetto dei ricordi o quasi.

Eppure la bussola è da secoli, e lo è ancora oggi, lo strumento più affidabile e sicuro che ci sia a bordo, e sarebbe cosa buona e giusta non perdere l’abitudine di buttarci l’occhio ogni tanto, anziché fissarsi sui coloratissimi schermi dei plotter.

Quel sistema inventato dai cinesi e poi arrivato in Europa oltre mille anni fa, che permette attraverso un semplice ago magnetico di avere sempre l’indicazione della rotta (e con il sestante e l’orologio di ottenere il punto nave) ha il non trascurabile vantaggio di non consumare nulla, non temere i black out o i frequenti problemi alle batterie di bordo, di non aver bisogno di alcuna manutenzione e di costare poche decine di euro. Insomma funziona sempre e non ti tradisce mai, se l’hai installata nel modo giusto e non la circondi di apparecchiature capaci di influenzarla attraverso campi elettromagnetici. E’ bene anche ricordare che la bussola fa parte delle dotazioni obbligatorie per la navigazione oltre le 6 miglia.

Nel campo nautico le bussole sono del tipo a liquido, ossia l’ago e la rosa dei venti si muovono immersi in un liquido per avere la massima stabilità, e nella gradazione da zero a 360 possono essere suddivise grado per grado, ma anche di 5 gradi in 5 gradi, con una certa approssimazione che rendono indicate queste tipologie di bussole per imbarcazioni piccole e che navigano su distanze non lunghe. Il mortaio, o cassa, è racchiuso da un vetro e all’interno c’è il liquido costituito solitamente da un mix di acqua distillata e alcol. La rosa è il disco graduato sostenuto dalla punta di sospensione applicata sul fondo del mortaio. Per garantire che la bussola resti sempre orizzontale durante rollio e beccheggio, il mortaio ha una sospensione cardanica. Sulla parte interna del mortaio è segnata la cosiddetta linea di fede, solidale con la barca, che rappresenta l’asse longitudinale dello scafo e di conseguenza la prua.

Questo per quel che riguarda lo strumento da fissare in coperta, ma a bordo sarebbe bene avere anche un altro tipo di bussola, cosiddetta “a torcia”, per i rilevamenti in navigazione. Permette, attraverso una sorta di mirino, il puntamento per rilevare ad esempio un punto cospicuo oppure, attraverso più rilevamenti, di tracciare il punto nave. E anche in questo caso parliamo di uno strumento dal costo assai economico e dall’utilità indubbia.

In commercio esistono decine di modelli diversi di bussola nautica: da incasso, su staffa, a baionetta, con retroilluminazione per la visibilità notturna, con compensazione incorporata, con alimentazione elettrica tipo Flux Gate che può interfacciarsi con altri strumenti di bordo e così via.

Per l’installazione, decisamente alla portata di tutti, bisogna però tener conto dell’utilizzo e della tipologia di barca: sugli scafi a vela si montano infatti solitamente bussole da incasso su parete verticale, ben visibili dal timoniere (come ad esempio queste Bussole RITCHIE Venturi Sail / Navigator Sail (osculati.com) ), mentre su barche a motore si può optare per una tipologia diversa come questa Bussola da incasso con copertura telescopica avvolgente RIVIERA Zenit 3″ (osculati.com) , in considerazione della plancia di comando.

Va da sé che, per l’utilizzo corretto di tale strumento, bisogna sempre considerare la declinazione magnetica e la deviazione magnetica, argomenti che tutti i possessori di patente nautica devono (o dovrebbero) avere ben presenti. In caso contrario un ripasso non fa mai male.