Come riscaldarsi in barca
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Un caldo inverno sull’acqua
L’ inverno, almeno quello sancito dal calendario, è ormai inoltrato e anche meteorologico è già iniziato con il repentino abbassarsi delle temperature che obbligano il diportista a entrare in modalità “freddo” nel caso voglia trascorrere qualche notte in barca. Vediamo quindi quali sono i sistemi migliori, e quelli più utilizzati, per riscaldare dinette e cabine e trasformare lo scafo in un ambiente confortevole ed accogliente, evitando al malcapitato di battere i denti e rischiare una bronchite rannicchiato in un sacco a pelo.
Nella scelta dei vari sistemi naturalmente molto dipende dalle dimensioni dello scafo e dal budget a disposizione, nonché dalla struttura stessa degli interni. La maggior parte delle barche medio-grandi, diciamo a partire dai 38-40 piedi, utilizzano di solito quello che è di gran lunga il sistema più efficiente, funzionale e comodo (e sicuro), ossia il riscaldamento strutturale ad aria calda. Il più celebre e diffuso è il cosiddetto Webasto, dal nome della multinazionale tedesca leader nel riscaldamento per il settore automotive (dai camper agli autotreni) e diventata un riferimento anche nella nautica e l’Eberspacher, altro marchio tedesco. Sono sistemi ad aria calda che attraverso un bruciatore centrale funzionante a gasolio e alimentato direttamente dal serbatoio della barca aspirano aria dall’esterno, la riscaldano e la diffondono negli ambienti sottocoperta con una ventola attraverso condotte e bocchettoni. Hanno innumerevoli vantaggi: sono sicuri, non necessitano di un serbatoio supplementare, sono sufficientemente silenziosi, consumano poco ma, soprattutto, funzionano in modo autonomo e quindi permettono di riscaldarsi in rada o in navigazione, senza la necessità di dover aspettare il rientro in porto per collegarsi alla presa della banchina e accendere quindi sistemi di riscaldamento elettrici. E grazie all’aria calda danno un’immediata sensazione di confort. Anche la loro installazione non è particolarmente complessa, se si dispone dello spazio sufficiente per far correre i tubi dell’aria nei diversi ambienti. Il bruciatore, solitamente, è installato in un gavone esterno oppure nel vano motore ed è di dimensioni contenute. Ne esistono di diversi modelli, a seconda dei metri cubi di ambiente da riscaldare, e sono utilizzati senza problemi anche su barche di 15 metri. Accensione e temperatura vengono regolati da un semplice pannello simile a un normale termostato di casa, ma esistono ovviamente anche modelli più sofisticati dotati ad esempio di timer, comandi a distanza e altro. L’altro grande vantaggio è che possono offrire anche la refrigerazione, ossia l’aria condizionata in estate. L’unico svantaggio, se vogliamo definirlo così, è il costo dell’impianto. Per le barche più grandi invece i cantieri installano di solito il riscaldamento ad acqua, che è molto simile agli impianti utilizzati nelle abitazioni, ossia una caldaia che attraverso un circuito chiuso riscalda l’acqua e la fa girare nei caloriferi diffusi nei diversi ambienti. Offre naturalmente un calore diverso e più duraturo, ma costi e dimensioni lo rendono appannaggio di pochi fortunati.
Ma per godersi il mare d’inverno non è indispensabile affrontare un investimento cospicuo. L’arte di arrangiarsi a costi minimi porta un gran numero di diportisti a utilizzare anche altri sistemi, tutti però sfruttabili solamente in banchina, per via dell’allacciamento alla colonnina elettrica, a meno che non si abbia a bordo un generatore. Il più diffuso è senza dubbio il radiatore ad olio, spesso abbinato a una normalissima stufetta ad aria. Soprattutto per barche fino a 8-9 metri permette di riscaldare bene tutti gli ambienti: l’accensione per qualche minuto della stufetta ad aria offre un veloce tepore che lascia poi spazio a quello più duraturo e costante del radiatore. I vantaggi sono notevoli: costi minimi (poche decine di euro), ottima sicurezza del radiatore (un po’ meno per la stufetta, che avendo resistenze incandescenti va tenuta sotto controllo), possibilità di gestire la temperatura. Controindicazioni: l’ingombro del radiatore su barche già non molto grandi, e l’impossibilità come detto di riscaldarsi lontano dalla banchina. Sul fronte del riscaldamento, per così dire, elettrico ad aria calda esistono naturalmente anche impianti strutturali che permettono una gestione di ben altro livello e, in estate, di beneficiare anche dell’aria condizionata come questo Impianti espansione diretta COMPACT (osculati.com) alimentato a 220V.
Chi invece vuole ad ogni costo trascorrere una notte in rada in pieno inverno, senza il rumore di un generatore e senza affrontare i costi di un impianto strutturale ad aria, non resta che affidarsi a sistemi tradizionali come la stufa (a gas o altro combustibile, ma anche a legna piuttosto diffuse in Nord Europa) che però hanno il non trascurabile particolare di dover installare un camino in coperta: ne esistono di assolutamente affidabili, sicure e funzionali, dotati anche di sistemi di sicurezza antiribaltamento.
Infine, ultima ratio, una semplice ed economica stufetta portatile a combustibile, che naturalmente non può fare miracoli sia per la potenza molto ridotta sia perché con apparecchiature simili è d’obbligo tenere aperto un oblò o il tambucio per il ricambio dell’aria, indispensabile per evitare i rischi mortali del monossido di carbonio.

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