Cura delle vele: capitolo due
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Parliamo ancora di cura delle vele. Non a caso parlo di “cura” e non di “manutenzione”: il discorso che ho tentato di fare nella prima parte e ritenterò anche in questa seconda puntata è quello di allargare un po’ lo sguardo, parlando in modo un po’ più ampio del come mantenere le nostre vele intatte e sane per un ragionevole periodo di tempo.
L’altra volta abbiamo visto come preparare la barca all’uscita per fare in modo che l’uso delle vele sia più sicuro possibile e per preservare le stesse da inutili rischi di danneggiamento; oggi vedremo nel concreto qualche piccola tip per usare le nostra velatura al meglio durante l’uscita e dopo, ripassando qualche elementare regola di manutenzione.
L’esperienza comune ci dice che il peggio nemico delle vele è il cattivo utilizzo.
Ogni vela è progettata per restare alle sollecitazioni date dal vento, dalla sollecitazione dell’albero e delle attrezzature, dal “pompaggio” dato dal moto ondoso e – soprattutto – è progettata per un certo range di vento. Conoscere questo range è uno dei punti essenziali per un corretto utilizzo e per la buona conservazione delle vele.
La corretta conoscenza della nostra vela e delle sue caratteristiche di utilizzo ci aiuterà a navigare sempre con la vela nella sua forma giusta ed evitare quindi tensioni o “svolazzamenti” inutili e dannosi.

Le sterzate e gli svolazzamenti della balumina possono compromettere le prestazioni delle vele; occorre fare attenzione a ridurre la navigazione controvento con vele svolazzanti. Dopo aver issato e quanto prima possibile sarà ottima cosa prendere rotta e navigare in modo che le vele si riempiano e non sterzino. Molto importante sarà regolare la tensione della balumina per evitare che svolazzi. La tensione giusta sarà di poco superiore a quella necessaria per arrestare lo svolazzamento.
La tensione necessaria cambia in base all’aumento del vento e alla regolazione delle scotte del fiocco. Non applicare una tensione eccessiva alla cima della balumina: se questa si aggancia, allentarla. La posizione corretta dei carrelli del genoa evita la sterzata della balumina sul genoa.
Durante la navigazione è necessario rivedere attentamente le manovre in modo tale che le scotte funzionino correttamente e la vela sia efficiente; in una condizione di forte tensione, una manovra errata può causare deformazioni difficili da riparare.
A fine uscita, prima di sbarcare allentiamo le drizze per evitare tensionamento permanente della infieritura; stessa cosa per la base randa. Infine, allentando la tensione delle stecche è possibile ridurre la deformazione delle relative terminazioni.
Anche il lavaggio e la pulizia delle vele riveste una importanza primaria: dopo l’uscita è bene risciacquare le vele con acqua fresca e asciugarle completamente prima di conservarle per evitare la formazione di muffa e le perdite di colore negli spinnaker.
Una volta asciutte le nostre vele andranno conservate in ambienti ben ventilati; la verifica dell’asciugatura delle vele è un elemento tanto importante quanto il risciacquo iniziale.
Le vele bagnate creano problemi di umidità. Per esperienza penso di potere consigliare di non piegare le vele nella stessa linea di piegatura per evitare che le piccole pieghe diventino permanenti.

Come ho già accennato, un problema abbastanza seccante è quello di dovere togliere macchi di muffa (da qui l’importanza di asciugare bene le vele prima di riporle) per rimuoverele macchie di muffa sulle vele in poliestere, Spectra/Dyneema o Vectran utilizzare una soluzione sbiancante delicata per uso domestico con acqua e un panno morbido, quindi risciacquare accuratamente. Questa soluzione non andrà usata mai su vele in Nylon Aramide o Laminato. Altri tipi di macchie come grasso o olii, possono essere trattate con una spazzola morbida e un sapone sgrassante biodegradabile.
La nostra attenzione sarà rivolta anche alla revisione cerniere del copri-randa ed eventuale copri-genoa; le chiusure lampo si bloccano spesso a causa del sale, poiché di solito risciacquiamo con acqua dolce la vela, ma non la custodia. La cosa più corretta sarebbe lavarla allo stesso modo delle vele e inoltre lubrificare la cerniera in modo che funzioni correttamente.
Come per qualunque altra attrezzatura o accessorio l’importante è la cura e la prevenzione: controllare le cuciture e i punti di maggiore attrito. Prima verrà riparata una cucitura che sta per rompersi, meno influirà sulla forma della vela, specialmente nel caso delle vele portanti, dove la tensione può aumentare rapidamente in poco tempo.
E non solo le cuciture: nel caso di spinnaker e vele asimmetriche il tessuto della vela può subire piccoli strappi quando viene ammainata. Se li notiamo dobbiamo ripararla prima di issarla nuovamente e se lo notiamo quando oramai abbiamo già issato, l’ideale sarebbe ammainarla il prima possibile per apporvi del nastro adesivo.
Come abbiamo visto nella prima puntata esiste un’ampia varietà di tessuti adesivi in vari materiali, molto utili da tenere a bordo in quanto ciò eviterà mali più grandi; anche se una toppa non è una soluzione definitiva e una visita alla veleria è altamente raccomandabile per garantire una riparazione corretta.
Possiamo fermarci qui con la stessa conclusione della volta precedente: non si tratta di procedure complicate ma – ancora una volta – di pillole di buon senso che ci aiuteranno a godere appieno ed in sicurezza della nostra barca.
Ci vediamo in mare, buon vento!
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