Ufficio a bordo: smart working navigando
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Il 2020 ha portato – tra le altre cose – una novità che è entrata in modo dirompente nella vita di molti di noi e che è destinata a farci compagnia ancora per un po’ di tempo: il lavoro da remoto. Questa nuova modalità sta interessando milioni di persone nel mondo e – c’è da scommetterci – è destinata ad entrare in pianta stabile nella vita di molti, anche ad emergenza sanitaria risolta.
La novità ha interessato anche il nostro mondo, e per gli armatori il lavoro a distanza può significare lavorare a bordo dopo avere lasciato gli ormeggi. Questa affascinante opzione offre un prezioso distanziamento sociale e molto tempo per la famiglia, ma richiede preparazione ed attrezzatura che va scelta con grande cura, garantendosi una connettività veloce e senza interruzioni in mare.
A dire la verità questi sistemi non sono saliti a bordo solo quest’anno. La connettività e la possibilità di dirigere una azienda dai mari del sud è un aspetto affascinante che abbiamo sempre invidiato agli armatori dei favolosi super-yacht che ci capitava di incrociare in mare o in qualche baia. Oggi, però, questa possibilità si è affacciata anche per noi comuni mortali che vogliamo unire l’esigenza dello smart-working con il piacere di veleggiare in giro per i sette mari (restrizioni permettendo).

In barca non si può essere “cablati” e quindi tutti i sistemi di comunicazione viaggiano via radio. Le maggiori possibilità, in termini di copertura, vengono offerte dai sistemi satcom, che garantiscono copertura anche se si naviga in mare aperto.
Il limite di molti sistemi riguarda però la velocità di scambio dei dati. Quest’ultima e le velocità di uplink e downlink sono determinate dal fornitore, dal tempo di trasmissione e da quanto il cliente desidera pagare.
Se desideriamo solo inviare e-mail o effettuare chiamate vocali, la connettività a velocità inferiore funziona. Ma se invece necessitiamo di partecipare a riunioni Zoom, effettuare videochiamate o partecipare o ospitare webinar, ciò richiede una maggiore larghezza di banda.
In generale, un piano di trasmissione che offra velocità minime di 2 megabit al secondo sia per i dati di uplink che di downlink è sufficiente per supportare la posta elettronica, il software di gestione aziendale e forse la videoconferenza. Come riferimento, FaceTime di Apple e Skype richiedono entrambi velocità da 1 a 4 Mbps. Quindi se un diportista sta solo inviando e ricevendo e-mail, può utilizzare le stesse connessioni Internet di cinque o sei anni fa. L’invio e la ricezione di allegati o video di grandi dimensioni e la partecipazione alla videoconferenza richiedono connessioni più veloci.
In definitiva quindi, dando oramai per normale la presenza a bordo di personal computer, stampanti ed altri dispositivi smart, i prerequisiti più importanti per creare a bordo un ufficio davvero funzionale sono i sistemi satcom.

Questi sistemi si basano su due ingredienti: apparecchiature solide montate sull’albero o alloggiate sottocoperta e la rete di satelliti che queste apparecchiature utilizzano per inviare e ricevere dati. Gli armatori possono investire in un sistema aperto, acquistando apparecchiature da un fornitore e servizi di trasmissione dati da un fornitore di terze parti, oppure possono installare un sistema end-to-end, con apparecchiature e tempo di trasmissione della stessa azienda.
Entrambe le opzioni hanno dei vantaggi: i sistemi aperti consentono ai diportisti di scegliere manualmente i fornitori durante la crociera in aree in cui uno potrebbe fornire una copertura migliore di un altro; mentre i sistemi end-to-end offrono continuità e un unico contatto in caso di problemi. Facciamo un giro di orizzonte per scoprire i principali player del mercato globale delle comunicazioni.
Uno dei principali gestori sulla scena è consorzio britannico Inmarsat, che nasce una cinquantina di anni fa e comprende soggetti istituzionali e soggetti privati di oltre 80 paesi. La rete si basa su satelliti geostazionari orbitanti ad una altezza di 36.000 km con un’area di copertura predefinita molto ampia (Oceano pacifico, Atlantico Occidentale, Atlantico Orientale e Oceano Indiano).
Inmarsat è stata creata nel 1979 come una Organizzazione Intergovernativa mondiale per lo sviluppo e la gestione di satelliti per comunicazioni con mezzi mobili navali. Successivamente la sua attività è stata estesa alle comunicazioni con mezzi mobili aeronautici e terrestri, nonché a stazioni terrene trasportabili per servizi speciali (emergenze, servizi giornalistici, ecc.).
Con i sistemi Inmarsat più completi si ha una copertura globale alle latitudini comprese tra 70-75° Nord e Sud, mentre con sistemi più semplici e di dimensioni più ridotte la copertura è minore, servendo una zona che si concentra sulle aree (minimo 200 o 300 miglia) e sulle rotte più battute.
L’Atlantico settentrionale, compresa tutta la fascia equatoriale, è totalmente coperto, ma andando a sud dell’equatore, tra la costa africana e quella sudamericana, esiste una zona in cui il segnale non è raggiungibile. Ancora più consistenti i problemi di copertura nell’Oceano Indiano, lontani dalle coste, a partire dai 20° Nord fino all’amplissima fascia compresa tra l’Australia e il Madagascar. Il Sud Pacifico ha un’ampia zona d’ombra a partire dai 10° Sud a 500-600 miglia dalla costa Sudamericana.

Iridium è, invece, un consorzio di origine statunitense basato su di una costellazione di 66 satelliti che, ruotando su di un’orbita bassa a circa 800 km dal suolo terrestre, forniscono un segnale abbastanza forte da essere ricevuto da terminali poco più grandi e pesanti dei comuni cellulari. E’ l’unico sistema con copertura veramente globale. Il grande vantaggio di Iridium è anche costituito dal fatto che i satelliti non comunicano solo con le stazioni di terra, ma sono in grado di scambiarsi il segnale fra loro. Garantisce comunicazioni vocali, dati, fax con una velocità di 2400 bps. Fornisce anche tutta una serie di servizi di messaggistica quali la posta vocale e testuale con una casella postale personale. I terminali sono poco più grandi di un cellulare ma hanno un’antenna spesso ripiegabile di dimensioni notevoli.
Globalstar si basa su di una rete di satelliti in orbita bassa che permette di utilizzare terminali portatili. Il sistema permette notevoli risparmi in quanto, grazie agli accordi di roaming portati avanti dal consorzio in questi ultimi anni, in presenza di copertura gsm (quindi nelle zone portuali e in prossimità delle coste) il terminale si comporta come un comune telefonino, senza neppure il bisogno di estrarre l’ingombrante antenna satellitare. La copertura satellitare è ampia tra i 70° N e S ma non globale.
Le zone che danno i maggiori problemi di copertura sono L’Africa, l’India e gran parte dell’Oceano Indiano insieme a tutta l’Asia Meridionale, Sudest Asiatico compreso. Vi è una zona di assenza di segnale che comprende quasi tutto il Centroamerica. L’Australia è ben servita, a patto di non allontanarsi troppo dalle coste. La Nuova Zelanda è quasi del tutto coperta, così come il nord del Giappone.
Thuraya è un sistema di telefonia satellitare che si avvale di un satellite geostazionario in grado di fornire una copertura su oltre il 40% della superficie terrestre: comprendendo Europa, Medio Oriente, India e parte dell’Oceano Indiano, Asia Centrale e Africa centro- settentrionale. Il sistema si sta potenziando ed espandendo. Il terminale ha le dimensioni di un comune Gsm in grado di effettuare le chiamate in presenza di tale rete. In mancanza di copertura Gsm, si attiva la rete satellitare estraendo l’antenna dedicata per migliorare la ricezione.
Emsat (European Mobile Satellite Phone) è un sistema mobile per comunicazione satellitare e copre tutta l’area mediterranea e l’Europa centrale e settentrionale. Sfrutta il satellite Italsat F2, progettato dall’Esa ( Agenzia spaziale europea) e la stazione di terra di Telespazio che provvede all’ interconnessione con la comune rete telefonica. La frequenza operativa è in L-band (1.5-1.6 GHz). I terminali consistono in un’unità centrale, un telefono portatile ed un’antenna. Emsat fornisce i servizi voce (digitale a 4,8 kbps), fax (gruppo 3 a 2Kbps), dati (2,4 kbps). Consente quindi oltre che di effettuare chiamate vocali di servirsi della posta elettronica a patto di non trasferire files troppo “pesanti”.

Il costo è da tenere in grande considerazione per qualsiasi cliente satcom. per questo gli esperti consigliano di calibrare e progettare molto bene la combinazione tra attrezzatura di bordo e rete. Un’antenna da 1 metro è la dimensione ottimale, perché il costo della larghezza di banda è inferiore a parità di velocità rispetto a un’antenna da 60 o 70 centimetri. È più costoso per i fornitori di trasmissione dati inviare segnali ad antenne più piccole; in altre parole si può affermare che gli armatori sono saggi quando scelgono l’antenna più grande che si può installare sul loro yacht.
La geografia è l’ultima grande considerazione da fare. Anni fa, mentre le navi viaggiavano in tutto il mondo, i membri dell’equipaggio dovevano sostituire il modulo dei componenti a radiofrequenza di ciascuna antenna in modo che il sistema potesse utilizzare i segnali regionali. Quei giorni, fortunatamente, sono dietro di noi.
Oggi una antenna funziona in tutto il mondo senza alcun cambiamento, ed i sistemi satellitari sono abilitati per il GPS e sanno quali satelliti tracciare. La latitudine, tuttavia, rimane un ostacolo. Poiché le comunicazioni satellitari sono in linea di vista e poiché i satelliti geostazionari si trovano sopra l’equatore, gli yacht che navigano in zone ad alta latitudine devono puntare le loro antenne verso l’estremo orizzonte meridionale.
In certe condizioni si può verificare un blocco causato da una semplice “copertura” fisica come una nave da crociera, che potrebbe bloccare il segnale. A causa di questo problema, molti yacht dispongono di doppie antenne per comunicazioni satellitari. Se uno viene bloccato, l’altro rimane online.
Nel complesso, e qui veniamo al lato dolente: per equipaggiare uno yacht come ufficio galleggiante i costi chiave in mano non sono affatto banali e dipendono ovviamente dalla complessità dell’impianto scelto e dalle reali esigenze e volumi di comunicazione. Ma, diciamolo, la possibilità di lavorare dalla barca non ha prezzo.
Buon vento, ci vediamo in mare.
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