Nel blu con il pollice verde: coltivare in barca
This post is also available in: English (Inglese)
Con uno spazio limitato e le ovvie insidie dovute al sale, al vento ed al movimento, molti di noi rinuncerebbero in partenza all’idea di coltivare i propri vegetali in barca.
Eppure può essere possibile: ho fatto quattro chiacchiere con alcuni navigatori incalliti che sono anche giardinieri provetti per farmi una idea di cosa possa significare coltivare erbe e verdure fresche su una barca a vela.
Lo scorbuto, la malattia che storicamente ha perseguitato i marittimi, è causato da una carenza di vitamina C, tradizionalmente associata a lunghe permanenze in mare senza frutta o verdura. Per fortuna lo scorbuto non è più un qualcosa di cui la maggior parte dei marinai deve preoccuparsi in questi giorni, tuttavia, le verdure fresche durano ancora solo pochi giorni nella maggior parte dei frigoriferi delle barche, spesso soffrendo per botte e scuotimenti a causa del movimento.

Ma con un orto a bordo, non importa quanto piccolo, la pasta con basilico fresco o un’insalata croccante non si limita più alle provviste acquistate a terra; da non sottovalutare inoltre che molte erbe sono anche note per avere benefici per la salute, essendo ricche di vitamine e proprietà antinfiammatorie.
La moderna evoluzione delle navigazioni di lunga tratta ha evidenziato l’importanza dell’autosufficienza su una barca, non solo in termini di energia e acqua ma in ogni sua forma: energia, cibo e salute; la scelta di iniziare a costruire un piccolo orto biologico appare quindi una decisione sensata per la barca e per il successo della navigazione.
Coltivare un giardino su una barca richiede un po’ di pianificazione e dedizione, con sfide uniche per la vita galleggiante. Nelle fasi iniziali, le piantine devono essere protette il più possibile dall’acqua di mare. Per questo motivo, è buona cosa iniziare provando a coltivare piante che amino l’ombra come aloe, origano, erba cipollina, pomodori, peperoncini e menta, posizionate in punti dove possano essere protette dal vento, dagli spruzzi del mare e avranno meno esposizione al sole.
Un punto piuttosto importante da comprendere è che la nostra posizione geografica determinerà anche cosa prospererà e cosa morirà, e questo richiede un po’ di tentativi ed errori. Qualche pianta morta gettata (metaforicamente) fuori bordo, specialmente nei primi giorni, sarà uno scotto inevitabile da pagare, consoliamoci perché è un male comune.

Vivere su una barca richiede pazienza e il giardinaggio a bordo richiede la stessa virtù moltiplicata per due; richiede tempo e buona predisposizione; tuttavia questa dedizione sarà ripagata dai frutti che si potranno raccogliere dopo pochi mesi.
Chi lo ha provato raccomanda di iniziare con piantine economiche del mercato locale o semi del supermercato. Sono economici e perfetti per iniziare a sperimentare; un buon suggerimento è quello di coltivare i semi nei vassoi in cui – ad esempio – arriva la carne ed il pollo e trapiantarli una volta che sono germogliati.
Utilizzando vasi rettangolari con un baricentro basso e meno terreno di quanto faremmo normalmente, avremo il vantaggio di rendere il vaso meno incline a che si rovesci, creando inoltre meno disordine nel caso lo faccia. Consideriamo e prediligiamo anche la scelta di piante che siano “felici” di condividere un vaso, come timo, origano e rosmarino, che preferiscono tutti un terreno molto ben drenato, o menta, coriandolo e melissa, che preferiscono più umidità. In questo modo sarà possibile massimizzare lo spazio e sarà piacevolmente aumentata la varietà.
Le fioriere a rettangolo lungo sono spesso ideali, soprattutto se montate ordinatamente. Nonostante alcune piante abbiano bisogno di un terreno ben drenato, sarà utile usare l’accortezza di non utilizzare vasi che abbiano buchi sul fondo, ma usare semplici vasi “chiusi” riempiti sul fondo di una fibra usa e getta, semplicemente per evitare la presenza di piattini sotto-vaso che perdono acqua fangosa su una barca in movimento: una opzione decisamente immaginabile a bordo.
La barca navigherà in mare, ed è proprio lo spruzzo di acqua salata un elemento a cui prestare la dovuta attenzione: nel caso sarà utile risciacquare con uno spray d’acqua dolce aiutando a ringiovanire e rivitalizzare le piante dopo una lunga traversata.

È anche importante “addestrare” le nostre piante, il che significa tagliarle per incoraggiare un modello di crescita più basso ma più ampio. Le piante alte e pesanti avranno meno probabilità di rimanere in posizione verticale; per quanto ognuno di noi possa esibire ampie prove del contrario le leggi delle fisica di base valgono anche a bordo della nostra barca, specie quando navighiamo.
Certo, le difficoltà maggiori sorgono quando si naviga sotto vela, soprattutto se si tratta di un monoscafo e ci si trova in bolina inclinati di 45°. Una soluzione sperimentata è avvolgere i vasi in un foglio di alluminio, lasciando esposte solo le piante. Questo non solo contiene il terreno, ma contiene anche umidità e impedisce al terreno di seccarsi.
Un’altra opzione è quella di conservare i vasi in casse di legno che possono essere riposte da qualche parte al sicuro in basso. Quando si affronta il maltempo (con tutto il suo corollario di mare mosso, raffiche e movimenti difficoltosi), l’ultima cosa con cui si desidera confrontarsi è una dinette dal pavimento coperto di terra.
Altre soluzioni per proteggere le piante durante la navigazione includono corde elastiche, blu-tac o velcro per carichi pesanti, a seconda delle dimensioni del vaso.
Le piante vanno ovviamente fertilizzate; una buona opzione è quella di farlo con compost fatto in casa, creato con i rifiuti organici degli scarti alimentari come bucce di verdure, resti di caffè e tè, gusci d’uovo e potature. Il nostro “giardino” sarà poi trattato preferibilmente con insetticidi naturali, in modo da non contaminare il vostro “raccolto” con sostanze chimiche.
L’impianto di irrigazione è fornito direttamente dall’acqua di mare, dissalata a bordo: l’acqua del dissalatore va generalmente bene da usare, con l’avvertenza di testare con un piccolo kit di pH (simile a quello utilizzato per testare le piscine) per garantire la giusta acidità per le tue piante. Ciò potrebbe significare aggiungere una piccola dose di aceto bianco per bilanciare l’acidità.

Un’altra opzione è raccogliere l’acqua piovana, che spesso è abbastanza facile da fare catturando il deflusso da aree come il bimini e i pannelli solari.
Se ci troviamo in una zona remota e l’acquisto di terra al supermercato non è un’opzione possibile, si può chiedere alla gente del posto un po’ di terra ricca dai loro giardini; la maggior parte delle persone sarà felice di accontentarci, ma attenzione a non introdurre nel nostro giardino “popolazione” di nuove creature. Se possibile, una soluzione è congelare il terreno per alcuni giorni per eliminare eventuali insetti.
Le piante più semplici e veloci da coltivare sono basilico, origano e peperoncino; ma anche pomodorini, fragole, insalata riccia e cavolo cappuccino saranno a nostra portata se riusciremo ad installare vasi leggermente più grandi.
Divertente ed interessante poi – a seconda dell’area in cui ci troviamo – potrà essere coltivare anche una serie di arbusti da fiore e piante tropicali, così come l’aloe vera, che può essere usata per trattare le scottature e le punture di insetti.
In conclusione il giardinaggio su una barca può essere un hobby divertente, e gratificante anche se impegnativo. La testimonianza diretta di C.T. mio amico navigatore e giramondo (quando l’ho sentito via skype era in rada non so dove nel Pacifico) mi conferma la bontà di questa pratica: “Mi diverto molto con le mie piante, tanto che spesso do loro dei nomi. Aggiungono un senso di calma alla nostra casa, sono esteticamente gradevoli e purificano l’aria. Mi danno anche un senso di scopo e, dopo aver viaggiato con me per molti anni, mi sento come se fossero diventati parte della famiglia”.
E allora perché no? forse non sarà la cosa più “cool” da esibire in porto ma certamente un bel modo di connettersi con la natura e certamente una pratica-gioco divertente da fare con i bambini.
Buon vento, ci vediamo in mare.
- Provare una barca: l’acquisto tra cuore e cervello - 5 Gennaio 2022
- La regata: tecnica e riflessioni - 19 Ottobre 2021
- Roba da marinai: 9 motivi per voler essere un marinaio - 7 Ottobre 2021
Share:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su WhatsApp (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
Tags In
Related Posts
Rispondi Annulla risposta
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
Archivi
- Febbraio 2023
- Dicembre 2022
- Novembre 2022
- Settembre 2022
- Agosto 2022
- Luglio 2022
- Giugno 2022
- Maggio 2022
- Aprile 2022
- Marzo 2022
- Febbraio 2022
- Gennaio 2022
- Dicembre 2021
- Novembre 2021
- Ottobre 2021
- Settembre 2021
- Agosto 2021
- Luglio 2021
- Giugno 2021
- Maggio 2021
- Aprile 2021
- Marzo 2021
- Febbraio 2021
- Gennaio 2021
- Dicembre 2020
- Novembre 2020
- Ottobre 2020
- Settembre 2020
- Agosto 2020
- Luglio 2020
- Giugno 2020
- Maggio 2020
- Aprile 2020
- Marzo 2020
- Febbraio 2020
- Gennaio 2020
- Ottobre 2019
- Agosto 2019
- Luglio 2019
- Giugno 2019
- Maggio 2019
- Aprile 2019
- Marzo 2019
- Febbraio 2019
- Gennaio 2019
- Novembre 2018
- Luglio 2018
- Maggio 2018
- Marzo 2018
- Ottobre 2017
- Settembre 2017
- Giugno 2017