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La sensazione del mal di mare non è altro che un “disturbo” dell’orecchio interno, dove sono alloggiati gli organi demandati al controllo dell’equilibrio, assieme alla vista e alla propriocezione (il senso di posizione).

Ondulare può sovraccaricare l’attività sensoriale di questi organi che inviano quindi al cervello segnali irregolari. Una questione d’abitudine principalmente di natura “emotiva”, salvo rari casi in cui questa condizione ha origini fisiche diverse e sulle quali ovviamente non mi pronuncio.

Che ci si trovi dunque su una barca a vela o a motore, una volta in mare le onde sono uguali per tutti. 

Prima però di parlare dei rimedi più o meno diffusi, capiamo alcuni fattori che influenzano questa sensazione.

La stabilità di una barca e il suo baricentro

La tecnologia progettuale di uno scafo, assieme all’elemento propulsore (vela o motore), può permettere ad una barca maggiore o minore slancio fuori dall’acqua, in relazione alla sua velocità, creando quindi maggiore o minore attrito.

Uno scafo, sia a vela sia a motore, può essere infatti dislocante (maggiore area immersa nell’acqua) o planante (minore area immersa). Senza entrare troppo nei tecnicismi, durante la navigazione uno scafo planante “surferà” l’acqua meglio di uno dislocante, che al contrario avrà maggior contatto con il mare e, dunque, con le onde. Questa prima differenza, potrebbe già stimolare l’effetto indesiderato, dovuto alle diverse oscillazioni. Vediamo quali.

Beccheggio e rollio.

In relazione alla velocità dello scafo ed al moto ondoso presente, la barca oscillerà più o meno frontalmente (beccheggio) o lateralmente (rollio).

Il primo è un movimento che si nota facilmente a bordo di un motoscafo in velocità. In questo caso, se amiamo essere un po’ sbatacchiati, il nostro “impianto sensoriale” lo percepirà come più o meno accettabile.Dipende anche dal vostro grado di ebbrezza.

Diverso invece è il movimento laterale, che influenzerà maggiormente la nostra sensazione di nausea. Questo movimento si “subisce” più che altro in presenza di onde e dunque anche a bassa velocità – a cui anche un motoscafo è costretto a navigare per rimanere in sicurezza – e soprattutto quando siamo fermi in rada. E qui, introduciamo un altro concetto: il baricentro.

La caratteristica di una barca a vela è la sua deriva. Questa sposta molto più in basso il peso della barca (il baricentro appunto) rispetto ad una a motore (che non ha la deriva), rendendola quindi “meno condizionata” dai movimenti laterali, dunque apparentemente più stabile.

In una navigazione con mare mosso, una barca a vela sfrutterà questa azione per gestire “più dolcemente” il moto ondoso (in condizioni gestibili, non mare in burrasca), assieme all’effetto “ammortizzante” delle vele, che vanno comunque tenute aperte per stabilizzare la barca, seppur in maniera ridotta ed in funzione della forza del vento presente.

Se in queste condizioni si avverte la sensazione di nausea, la propria posizione in barca dovrà dunque essere più centrale e bassa possibile, perché è il punto in cui si avverte meno l’effetto oscillatorio. Su una barca a motore ad esempio, non avendo il baricentro così basso, ci si dovrà accontentare di stare in pozzetto, quanto meno non sul fly, se ne è dotata.

La “mitologia” racconta che sottocoperta sia il luogo meno indicato per salvarsi da questo fastidio, perché subentrano appunto le dinamiche relative all’equilibrio, descritte in apertura dell’articolo.

Su una barca a vela invece, questa potrebbe essere una vera soluzione, perché ci si avvicina al punto più neutro dello scafo. Se si decide quindi di optare per questa soluzione, bisognerà farlo molto velocemente, sdraiandosi in dinette (a pancia sotto) e chiudendo gli occhi, cercando di dormire subito. Eviteremo così di dare il tempo al nostro cervello di percepire il “disagio” dell’equilibrio precario.

Naturali o meno, ecco ora alcuni accorgimenti pratici

Partiamo dal presupposto che a bordo possiamo evitare “il peggio” stando sempre impegnati: timonando, partecipando alla regolazione delle vele o chiacchierando. Il fastidio sappiate che verrà meno man mano che ci si abituerà al movimento della barca.

Se nel frattempo, però, si sceglie di limitare la nostra partecipazione alla vita di gruppo leggendo un libro ad esempio o chattando al telefono, facciamolo quando siamo certi di sentirci “adeguati” e non certo in condizioni di mare mosso. Ma se non possiamo farne a meno, stiamo rivolti tutt’al più in senso di marcia, dando ogni tanto uno sguardo all’orizzonte.

In ogni caso, il concetto di digestione è certamente il più determinante.

Gli alimenti, infatti, vengono digeriti diversamente da individuo a individuo, in funzione anche dell’attitudine a masticare lentamente, dell’acidità gastrica e della motilità intestinale. Otre al fatto che ogni alimento transita attraverso lo stomaco con tempi differenti. Chi meglio di noi stessi quindi conosce la propria condizione?

Ma veniamo ai “consigli”. Ognuno si senta ovviamente libero di gestirseli come meglio crede:

  • Colazione: eviterei latte, litri di succo e bomboloni alla crema o comunque tutto ciò che potrebbe appesantire la digestione. Per alcuni è deleterio pure il caffè a stomaco vuoto. Molto soggettivo. Una proposta politically correct? Un the con del limone spremuto, dei biscotti secchi o fette biscottate con marmellata e/o un frutto tipo pesca o mela, in base ai gusti. La banana ad esempio, si sa, è un po’ dura da digerire. Se preferisci il salato invece, un bel toast o panino è ciò che toglie ogni dubbio. Eviterei maionese e pomodori, che a qualcuno creano acidità. Pensa comunque alla tua capacità di digerire ciò che mangi, soprattutto guarda com’è il mare fuori dal porto e regolati di conseguenza. Non iniziare comunque una navigazione a stomaco vuoto, sarebbe meglio.
  • Nel corso della giornata fai piccoli pasti a base di crackers, pane, fette biscottate, grissini, acciughe (se ti piacciono) o salatini. Il concetto è lo stesso: non stare mai troppo a lungo con lo stomaco vuoto.
  • Bevi acqua frequentemente, non troppo fredda e a piccoli sorsi. Non bere disidrata e indebolisce, favorendo la sensazione che cerchi di evitare.
  • A pranzo o a cena non abbuffarti ed evita troppi grassi: fa bene anche alla linea.
  • Non eccedere con l’alcool, soprattutto se sei tu il comandante. Eh sì, questa è la regola. Gestisci la situazione in base a cosa ti senti di fare. Tieni conto che il giorno dopo è sempre dura per tutti. Figurati con il mare mosso.
  • Succhiare un pezzo di zenzero cristallizzato può essere un rimedio molto efficace, come anche il cocculus, la maggiorana e i semi di sesamo. Rimedi naturali.
  • Non prendere freddo e copriti prima di avvertirlo. Questa è una regola di mare, a prescindere.
  • Appena avverti “quel qualcosa” che non va, non aspettare oltre, mangiati subito qualcosa di secco e cerca di rilassarti. Guarda l’orizzonte, chiacchiera, fai qualcosa che tenga impegnata la tua mente. Se te la senti scendi pure sotto coperta come proposto poco fa. Fai un bel respiro e cerca di dormire senza pensare a niente. Se non ce la fai a stare sottocoperta, fai la stessa cosa fuori in pozzetto, all’aria aperta ma non esposto al vento e al freddo. Non badare agli altri, capiranno e cercheranno di esserti di supporto.
  • Se invece qualcosa è andato storto, non c’è bisogno di fare gli eroi. Liberati sottovento, farlo controvento puoi immaginare cosa creerebbe.
  • Esistono poi in commercio rimedi medici, gomme e capsule che aiutano a ridurre la sensazione di nausea e vomito. Diamo così il tempo al nostro fisico di abituarsi, con un aiutino. Non abusiamone però. Anche il braccialetto per alcuni funziona e va collocato due dita sopra il polso. I cerottini a base di scopolamina invece non sono più in commercio. Esistono anche i rimedi antistaminici, ma provocano un po’ di secchezza, sonnolenza e disturbi della vista. L’esposizione al sole in questi casi, comunque, non è la scelta più azzeccata. Mi raccomando, questi “rimedi” hanno dei principi che vanno verificati in farmacia o con il proprio medico, in base al proprio stato di salute.

Se non siete scioccati da tanto realismo, non precludetevi un’esperienza così bella solo per un “mito” che si può facilmente gestire. Con un po’ di sano spirito ed una buona voglia di fare, si affronta sempre tutto.

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Se vai per mare… Saidisale. E se vai al lago, pure 😉 Lo spirito è sempre quello!

Ciao, a presto.

Saidisale

Aldo Lavezzo
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