La traversata atlantica con l’ARC
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La navigazione oceanica rappresenta il sogno di molti velisti. Per compiere con successo quest’avventura, però, è quanto mai necessario essere preparati, soprattutto per chi si accinge a varcare le colonne d’Ercole per la prima volta.
Un sistema classico e collaudato dal lontano 1986 è la traversata in flottiglia con il rally ARC o ARC+ (ARC Plus). Circa 70 barche iscritte all’ARC via Capo Verde e poi 200 con la ARC classica partono dalle Canarie per arrivare a Santa Lucia. Lo staff inglese si prende cura non solo di organizzare e gestire la flottiglia, ma anche di seguire in parte la preparazione delle imbarcazioni.

Gli elementi fondamentali da valutare sono l’efficienza delle barche e la sicurezza a bordo: grazie ai report statistici delle precedenti edizioni dell’ARC è facile ormai prevedere la maggior parte degli incidenti che potrebbero manifestarsi, tra cui segnalo la perdita del timone e il disalbero, che sono i più gravi.
È bene sottolineare che è necessario partire dal Mediterraneo con la barca già pronta alla traversata atlantica, altrimenti tutto sarà più complicato, non tanto alle Canarie che sono facilmente raggiungibili, quanto a Capo Verde, dove c’è molto poco o ai Caraibi, dove tutto ha costi maggiori e tempi biblici.
SICUREZZA
Il tema della sicurezza è sicuramente quello centrale.
Partiamo dalla posizione della zattera: quella ottimale deve essere tale da prevedere un lancio entro 15 secondi. Potrebbe trovarsi quindi sullo specchio di poppa o incassata nel pulpito: in quest’ultimo caso, si deve valutare un sistema agevole o con sgancio idrostatico e si deve pensare anche all’eventualità che la barca possa capovolgere. Se la zattera è legata, va fissato un coltello nelle vicinanze.

È consigliato inoltre avere una grab bag con dotazioni di sicurezza extra tra cui:
- Razzi a mano
- Coperte termiche
- Luci stick
- GPS portatile
- Batterie
- VHF portatile galleggiante
- Specchietto
- Epirb (a meno che non sia con gancio idrostatico)
È fondamentale infine che la grab bag sia accessibile e facile, con adesivo catarifrangente.
Il salvagente anulare dovrà avere una piccola ancora galleggiante; la cima galleggiante è esterna e ben addugliata e serve anche una boetta o luce. È obbligatorio inoltre avere un sistema MOB o una cinghia di recupero dell’uomo a mare munita d’asta galleggiante.
Come dotazione personale consiglio un salvagente da 150N o 200N con cinghia sottocoscia e cappuccio paraspruzzi, luce e ricambio delle bombolette. La lifeline non può essere in dynema, ma solo in fettuccia, così come le cinture di sicurezza o cordone ombelicale omologate ISO12401.
Vi consiglio anche dei sistemi extra come l’ancora galleggiante, che può fungere da timone, e dei razzi a luce bianca. È invece obbligatorio avere i tappi/cunei di legno della misura giusta sulle prese mare e due pompe di sentina, di cui quella manuale comandabile dal pozzetto. Il VHF deve avere un altoparlante esterno, oppure potete disporre di un VHF portatile, ma galleggiante e stagno.
BARCA
Piccola o grande, verificate sempre il funzionamento e l’ottimo stato di:
- Prese a mare
- Sartiame
- Battagliola
- Tenuta osteriggi
- Pompe di sentina
- Luci di navigazione
- Faro di coperta
E ricordate che devono sempre esserci a bordo luci di navigazione di ricambio e lampadine.

ELETTRONICA ED ELETTRICITÀ
Oltre ai sistemi tradizionali di chartplotter GPS, è obbligatorio munirsi di un trasponder AIS e un sistema di comunicazione del tipo Radio SSB o telefono satellitare, attualmente favorito.
È bene conoscere a fondo questi sistemi di navigazione, i software di weather routing e le relative app. Imparare in pochi giorni e testare queste attrezzature per la prima volta durante la traversata significa andare allo sbaraglio e – come intuirete facilmente – non è di certo il sistema migliore.
Lo staff prevede anche un sistema di Tracking Yellowbrik e comunicazioni quotidiane, comprese info meteo via mail. È disponibile anche il servizio di alcuni professionisti del meteo routing, ma a pagamento.
La parte più sollecitata di tutta l’elettronica è il pilota automatico, meglio averne due.
Le batterie devono essere in ordine e ricaricarle bene è molto importante: sono caldamente consigliati pannelli solari, eolici e idrogeneratori, oltre ai classici generatori diesel.
VELE
Ci sono barche che navigano meglio ai laschi e altre che navigano meglio di poppa e hanno un rollio modesto. Di fatto nell’Oceano Atlantico è il famoso swell a dare fastidio, ovvero l’onda lunga con il periodo corto. Se prediligete un’andatura a farfalla, avrete il genoa tangonato e la randa: prestate molta attenzione a proteggere le crocette e gli snodi del sartiame.
Le vele più consigliate restano il gennaker e lo spi, soprattutto per le arie leggere, ma possono essere usati anche dei Code Zero che, in poche parole, è come se fossero dei grossi genoa.

Vanno previsti dei punti per creare il carica basso e i bracci del tangone, a volte usando delle legature in dynema e dei semplici anelli. Le parti soggette ad usura, come le parti terminali delle drizze, vanno protette con kevlar, pelle o calza in dynema. L’usura e le sollecitazioni sulle onde sono notevoli, tanto che è meglio disporre di bozzelli maggiorati in testa d’albero.
Per chi cercasse vento si può scegliere una rotta Nord, diretta dalle Canarie, sui 15-25Kn, mentre chi scende a Mindelo o verso Capo Verde avrà venti più miti sui 12-17Kn, che di poppa possono far soffrire le barche pesanti.
Non è raro usare gennaker e genoa come una farfalla a prua e purtroppo di notte il vento può mollare e si procede a motore. La rotta è lunga, quindi è bene avere abbastanza gasolio.
PERICOLI
Il primo pericolo è rappresentato dalle alghe o dall’immondizia presente in acqua: non è raro il caso di barche che hanno trovato una rete impigliata nella pinna e nel timone.
Il secondo pericolo è legato ai temporali, detti groppi, che si manifestano di notte man mano che ci si avvicina ai Caraibi: in questo caso bisogna predisporre due mani alla randa e avvolgere tutto alle prime avvisaglie. Il vento passa da 1Kn a 30Kn in pochi secondi e dalla direzione opposta, generando spesso delle strambate involontarie.
Per questo non deve mai mancare una bella ritenuta del boma, che parte da prua, ma è comandata dal pozzetto.

VARIE ED EVENTUALI
Si tratta di un viaggio lungo, per cui servono buone scorte di cibo, un equipaggio rodato, ben organizzato e di minimo 2 persone, VIETATO in solitario.
L’ARC comunque fornisce un manuale con molte informazioni, anche logistiche sui porti e sui costi, ha un sito ben strutturato e invia ai partecipanti delle newsletter informative.
Se partecipate alla traversata con l’ARC sono garantiti grande spirito di gruppo e divertimento, ma ricordate: la barca e l’equipaggio devono essere non solo ben preparati, ma anche ben collaudati.

Autore del libro “Lavori a Bordo” e conduttore del serial Tv “Lavori in barca”.
- La manutenzione dei fuoribordo - 27 Agosto 2020
- La traversata atlantica con l’ARC - 30 Marzo 2020
- La lucidatura delle murate e la cura del teak - 20 Febbraio 2020
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