La prima crociera
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Il momento tanto atteso, che avete immaginato e a volte persino sognato fin dai corsi iniziali di vela, si avvicina. La prima crociera in autonomia è una tappa fondamentale e che ricorderete con piacere, se sarete riusciti a pianificarla con attenzione e senza lasciare nulla al caso, perché ci penseranno già mare, vento e i soliti imprevisti a farvi cambiare i programmi in corsa.
Una vacanza in barca a vela, di una o due settimane, necessita di adeguata preparazione, perché una volta lasciati a poppa i fanali del porto, non avrete più l’istruttore o l’amico esperto a cui chiedere consiglio su una manovra o su un improvviso problema tecnico a bordo. Una volta in mare, sarete voi e soltanto voi nel ruolo di comandante dell’imbarcazione o natante, a dover risolvere ogni cosa.
E sarete sempre voi a dover prendere ogni tipo di decisione, comprese quelle che scontentano il resto dell’equipaggio ma rappresentano, a vostro insindacabile giudizio, la via giusta per sfuggire a un potenziale rischio per la sicurezza: esempio classico, saper rinunciare alla notte in una bellissima rada perché le condizioni meteomarine o l’affollamento non permetterebbero un ridosso adeguato, con buona pace di chi mugugnerà per il bagno mancato in quelle acque cristalline.

Nella maggior parte dei corsi si impara a regolare le vele, a manovrare a motore e a delineare una rotta sulle carte della zona, ma difficilmente si insegnano i piccoli trucchi, le regole dei porti o dei campi boe, i ricambi da tenere a bordo per evitare di rovinarsi una vacanza e così via. Tutto ciò si traduce semplicemente in una parola: esperienza, quella che nessuno vi potrà mai insegnare e che dovrete, al contrario, guadagnarvi con il tempo trascorso in mare. I punti fondamentali per chi è al debutto sono tre, nell’ordine: equipaggio, barca, rotta.
Equipaggio.
Se siete con moglie e figli, sarebbe bene spiegare alla consorte qualche settimana prima della partenza quali saranno le principali manovre alle quali dovrà necessariamente contribuire, dalla banale chiamata al porto, alla gestione delle trappe in fase di ormeggio e così via. Se siete con un gruppo di amici, l’indottrinamento potrà riguardare tutti, che non fa mai male.
Ma qualunque sia la composizione del vostro equipaggio, una cosa su tutte dovrà essere messa in chiaro fin da prima della partenza: l’ultima parola, a bordo, spetterà sempre e soltanto a voi, perché sarete l’unico responsabile, civile e penale, dell’imbarcazione e di tutte le persone trasportate. Tenetelo sempre a mente.
La barca.
Se vi affidate a un charter, soppesate per bene la serietà dell’azienda, che di solito è proporzionale al grado di manutenzione ed efficienza della sua flotta. Gli spazi a bordo piacciono a tutti, ma se siete alla prima esperienza e per giunta con moglie e figli al seguito, volate basso e restate su dimensioni che garantiscono adeguato comfort e nello stesso tempo una buona manovrabilità e gestione sia in porto sia in navigazione. Ormeggiare un 34 piedi è una cosa, manovrare con un 45 piedi è un’altra.
Una volta scelta la barca adatta alle vostre esigenze e capacità, quando vi presenterete all’ormeggio sarà opportuno verificare ogni dettaglio, perché fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio, senza contare che piccoli inconvenienti possono essere sfuggiti anche al charter più serio.

Quindi controllate il perfetto scorrimento di drizze e scotte, winch, stopper, funzionamento di impianto elettrico, scarichi wc e lavello, luci interne ma soprattutto di navigazione, vhf, dotazioni di sicurezza e, se avete intenzione di trascorrere qualche notte in rada, anche la linea di ancoraggio. Per le manovre in porto è bene informarsi anche sulla tipologia di propulsione della barca, eventuale timone di rispetto e come si usa, elica destrorsa o sinistrorsa e così via, per avere un quadro il più possibile completo dello scafo al quale affiderete le vostre agognate vacanze. Se, al contrario, la prima crociera sarà sulla barca che dopo anni di riflessioni vi sarete decisi di acquistare, beh, è auspicabile che tutte le verifiche di cui sopra siano già state fatte per tempo. Resta quindi qualche piccolo consiglio pratico: senza imbarcare un’intera officina, ricordatevi comunque di tenere a bordo alcuni ricambi piccoli ma che possono fare la differenza, ad esempio una pompa del wc, i filtri motore, girante, cinghia, olio e attrezzi adeguati per eventuali interventi tecnici.
Stessa logica per le attrezzature veliche, seguendo la regola che per ogni bozzello o grillo ci vorrebbe sempre il suo ricambio. Idem per il cordame, meglio tenere a bordo le vecchie drizze e scotte, così come una o due cime di lunghezza adeguata a un eventuale ormeggio extra, a terra oppure ad integrare un calumo insufficiente. Ma tutte queste cose, se la barca è vostra, le avrete già valutate.
La rotta.

Qui si apre un mondo, perché dalla rotta che scegliete dipenderà buona parte della vostra vacanza. Il fattore tempo gioca un ruolo determinante, zone incantevoli ma impegnative per le particolarità orografiche e le condizioni meteo possono essere una scelta azzeccatissima in un determinato mese, ma problematico in un altro. Un esempio lampante, in tal senso, è la costa Ovest della Corsica, indubbiamente molto più affascinante di quella Est e, di conseguenza, presa d’assalto nei periodi di alta stagione.
Che significa? Tutto e niente, nel senso che se vi sentite in grado di restare bloccati tre giorni in un ridosso a prendervi 30 nodi (eventualità tutt’altro che remota) allora non c’è problema. Se invece l’idea vi fa venire l’orticaria e pensate di affidarvi a un posto sicuro nei porti, beh, le cose si complicano perché di posti, in pieno agosto e con pessime previsioni meteo, sarà molto difficile trovarne, tenendo presente che nessuno di solito accetta prenotazioni, e di sicuro non per due o tre notti.

Non solo, anche le rade migliori vengono assalite dalle barche in cerca di riparo e questo aprirebbe per voi due scenari, entrambi non idilliaci: ballare la rumba in un ancoraggio di fortuna, oppure affrontare mare e vento e percorrere molte miglia per scendere a Sud o passare sul versante Est. Quindi, valutate con molta attenzione l’area geografica che sceglierete per la vostra prima crociera, tenendo anche presente che per ogni tratta in linea retta, in caso di navigazione a vela dovrete aumentare la lunghezza di un buon 30% perché, si sa, il vento ha questo dono naturale di arrivare spesso proprio dal punto in cui siete diretti voi.
Piccolo inciso sulle velocità: se manterrete una media di 4 nodi potrete già ritenervi fortunati, tra disormeggio, pause bagno, deviazioni, ormeggio: significa che, per coprire una distanza di 20 miglia, dovrete calcolare di stare in mare almeno 7 ore all’incirca. Una volta che avete fatto le vostre valutazioni sul luogo in cui trascorrere le vacanze, non vi resta che armarvi di portolani e carte nautiche, per studiare la rotta, le tappe e, naturalmente, prevedere per ogni tratta anche un piano B e, se possibile, anche un piano C perché pur con la miriade di bollettini meteo di cui disponiamo oggi, vento e mare regalano spesso e volentieri sorprese non sempre gradite, idem il cielo con i violenti temporali estivi, frequenti nel Mediterraneo.
Ricordate di chiamare sempre il porto prima di un ingresso, con il VHF sul canale indicato dal portolano (e spesso scritto a caratteri cubitali in prossimità dei fanali) comunicando nome della barca, lunghezza e pescaggio. Quest’ultimo dato è fondamentale per quei marina con problemi di insabbiamento, meglio sempre informarsi prima. Nel caso nessuno risponda, né via radio né via telefono, posizionatevi in una banchina di transito e aspettate di essere visti, perché in diversi porti (Francia soprattutto) prendono piuttosto male la libera iniziativa del diportista di passaggio. Sempre sul fronte francese, per chi scegliesse Corsica o Costa Azzurra, sono molto diffuse le colonnine con presa a 32A, meglio tenersi a bordo un connettore adatto per evitare di arrivare in porto e non poter caricare le batterie. I marina hanno sempre qualche adattatore, ma sarete poi costretti ad attendere la riapertura degli uffici il mattino seguente per la restituzione. In caso di partenze programmate all’alba, significa giocarsi tre ore ad aspettare.
Ora non vi resta che far cambusa… E salpare!
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