Apparati VHF: prestazioni e procedure
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Il VHF è lo strumento principe per la sicurezza della navigazione nostra e altrui, efficace se usato correttamente, conoscendo prestazioni e procedure.
La portata delle comunicazioni radio VHF dipende non tanto dalla potenza dell’apparato, ma dall’altezza di posizionamento delle antenne di chi trasmette e di chi riceve, è inficiato della curvatura terrestre e dagli ostacoli che si interpongono.
Il calcolo è facile: per ciascuna antenna la distanza di comunicazione (all’orizzonte) è pari a 2,5 volte la radice quadrata (RADQ) dell’altezza di posizionamento dell’antenna. La distanza di comunicazione fra due antenne è rappresentata dalla somma del risultato di ciascuna.
Per fare un esempio:
a) Barca a vela la cui antenna è posizionata sull’albero di 16 metri: RADQ di 16 = 4; 4 x 2,5 = 10 miglia nautiche (all’orizzonte).
b) Nave la cui antenna è posizionata a 49 metri d’altezza: RADQ di 49 = 7; 7 x 2,5 = 17,5 miglia nautiche (all’orizzonte).
Le due unità comunicheranno fra loro fino ad una distanza di 17,5 + 10 = 27,5 miglia nautiche.
In particolari condizioni meteo questa distanza può aumentare notevolmente.
Esempio numero 2:
VHF portatile utilizzato all’altezza di un metro sul livello del mare, con l’antenna VHF della Radio Costiera di Monte Cavo, posizionata a 900 metri d’altezza rispetto al mare
a) Portata dell’antenna del VHF portatile: RADQ 1 = 1
b) Portata dell’antenna di Monte Cavo: RADQ 900 = 30
Le due antenne comunicheranno fra loro fino ad una distanza di (30 + 1) x 2,5 , pari a 77 miglia nautiche (purché in assenza di rumore radio).
Insomma un VHF portatile che riuscirà a comunicare ad una distanza di sole 12 miglia con una barca la cui antenna è posizionata a 16 metri d’altezza, riuscirà agevolmente a comunicare fino a 77 miglia con la Stazione Costiera di Monte Cavo.
Questi esempi devono portarci ad importanti considerazioni:
La potenza di emissione di un VHF portatile è generalmente di 5 Watt, mentre quella di un VHF fisso è di 25 Watt.
Come sopra detto la distanza di comunicazione delle emissioni VHF non dipende dalla potenza ma una trasmissione emessa in bassa potenza raggiungerà un’altra stazione con un segnale molto basso, comprensibile solo se non sarà coperto da trasmissioni in piena potenza o da altre stazioni nelle vicinanze.
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Ecco spiegato obbligo del silenzio radio sul canale 16 VHF nei primi 3 minuti di ciascuna mezzora, adeguatamente indicati sugli orologi nautici. In regime di silenzio radio, qualsiasi richiesta di soccorso di una nave sarà ricevuta con chiarezza. Per tale motivo è altresì imposto l’obbligo di utilizzare sempre la potenza minima appena sufficiente ad assicurare la comunicazione con la stazione desiderata, al fine di non disturbare le comunicazioni delle altre navi. |
Già queste piccole riflessioni dovrebbero fare comprendere che l’efficacia delle comunicazioni radio, nell’ambito della sicurezza della navigazione, deve necessariamente fare riferimento a precise operatività e procedure, molto spesso ignorate dal diportista medio.
Ciascuno Stato aderente all’ITU (International Telecommunication Union) ha redatto un documento chiamato Master Plan con il quale si impegna a garantire nel tempo la copertura radio delle proprie stazioni radio VHF la cui distanza di trasmissione è dipendente dall’altezza alla quale sono installate le proprie antenne.
Link al sito IMO/Masterplan: http://www.imo.org/blast/blastDataHelper.asp?data_id=30623&filename=13.pdf
L’Italia ha diverse montagne prospicenti la costa di altezza considerevole, sulle quali sono state installate le antenne monitor delle Stazioni Radio VHF.
Come si vede dall’immagine sottostante la copertura media nell’intorno delle coste italiane è di 60-70 miglia (definita “Area di Mare A1), cui va aggiunto il risultato del calcolo della portata relativo all’altezza dell’antenna della stazione di nave.
Diversamente da quanto molti reputano, le comunicazioni radio marittime non servono solo per la nostra sicurezza, ma soprattutto a garantire la sicurezza di chi abbia necessità di soccorso (potremmo essere noi ad avere dovuto richiedere il soccorso).
Vige infatti l’obbligo dell’ascolto radio sul canale 16 VHF, mentre la maggior parte dei diportisti tengono la radio rigorosamente spenta!
Insomma c’è da fare tanta informazione.
In passato, a fronte di una richiesta di aiuto, ciascuno si proponeva di dare aiuto, creando solo confusione e traffico radio sul canale di soccorso intasando le comunicazioni e interferendo con le attività di soccorso SAR.
Dal 1995, a livello internazionale, è obbligatorio fare riferimento al nuovo sistema GMDSS (Global Maritime Distress Safety System), che ha determinato precisi protocolli di comunicazione, esplicitando innanzitutto che chiunque deve obbligatoriamente concorrere a sincerarsi che qualsiasi richiesta di emergenza raggiunga una Stazione Radio Costiera demandata all’organizzazione gerarchica dei soccorsi (MRCC), quindi all’organica gestione dei mezzi disponibili al soccorso (SAR).
Suggerimenti e note:
1) Come sopra descritto un VHF portatile ha una portata simile a quella di un apparato fisso, ma limitata dall’altezza di utilizzo e dal traffico radio. Purtroppo le norme sul silenzio radio sono spesso disattese rendendo conseguentemente le comunicazioni con il portatile ben poco efficaci. Raccomandiamo decisamente di munirsi di un apparato fisso con antenna in testa d’albero.
2) La maggior parte delle imbarcazioni hanno la postazione fissa del VHF fruibile solo dal carteggio. È raccomandato di scegliere una radio che abbia la possibilità di collegare allo stesso apparato fisso una postazione esterna, fruendo quindi della stessa antenna in testa d’albero e delle medesime funzionalità. Se l’apparato dispone della funzionalità DSC, sul microtelefono esterno saranno sempre ben visibili le coordinate geografiche del proprio punto nave.
Nel malaugurato caso di un incendio a bordo la postazione sotto coperta non sarà raggiungibile, così quando vi fossero condizioni meteo impegnative per le quali non si possa abbandonare il timone.
La postazione esterna evita pericolosi passa-parola.
3) Stesse considerazioni nel caso di imbarcazioni a motore con il fly: una postazione sotto coperta e ripetitore sul fly.
4) Controllare frequentemente il corretto funzionamento dell’apparato ed il collegamento d’antenna, preventivando di sostituire il cavo d’antenna almeno ogni 10 anni.
5) Le competenze delle comunicazioni radio marittime dovrebbero essere dominio di tutti coloro che sono a bordo a vario titolo e non solo dal comandante che, in caso di emergenza, starà probabilmente al timone o a cercare di risolvere il problema, demandando quindi a terzi l’uso della radio.
6) Le comunicazioni radio VHF raggiungono tutte le stazioni in ascolto ed in copertura, ovvero coloro che sono nelle vicinanze quindi in grado di fornirvi una pronta assistenza. Con il traffico odierno anche navigando in oceano è praticamente certo che vi sia una nave nell’intorno di 30-40 miglia dalla quale potreste essere ascoltati.
Le comunicazioni con il cellulare (ad esempio al 1530) oltre ad essere limitate in portata (5-8 miglia) sono ricevute solo dal destinatario, senza coinvolgere le unità che potrebbero essere a poche centinaia di metri da voi.
Normativa:
Norme internazionali (IMO, ITU e CEPT) da tempo messe in atto dalla maggior parte dei Paesi europei (Belgio, Olanda, Inghilterra, Francia ecc) prescrivono che, per poter utilizzare un apparato radio marittimo, per il diporto è necessario superare un esame e per conseguire, al minimo, il certificato di operatore radio GMDSS-SRC. Questo per garantire che l’operatore conosca le corrette procedure e sia in grado di offrire un efficace supporto a chi in difficoltà senza interferire con le operazioni di soccorso, anzi coadiuvandole.
L’Italia, pur dovendo rispettare la convenzione internazionale GMDSS, al momento obbliga al conseguimento del certificato GMDSS-SRC solo se si è installato un apparato VHF-DSC con funzionalità digitale abilitata, ma a breve sarà costretta ad applicare le norme internazionali, obbligando i diportisti a conseguire il certificato GMDSS-SRC anche per l’utilizzo del semplice apparato VHF (non DSC).
Il programma d’esame è stabilito dal CEPT (Conferenza Europea delle amministrazioni delle Poste e delle Telecomunicazioni), pertanto un certificato GMDSS-SRC rilasciato da qualsiasi Paese ha valenza internazionale.
Il programma d’esame per il conseguimento del certificato di Operatore Radio GMDSS-SRC, previsto per il diporto, è scaricabile dal sito: http://www.erodocdb.dk/Docs/doc98/official/pdf/REC3104E.PDF
I principali argomenti d’esame sono:
1) La conoscenza delle corrette procedure in fonia per l’inoltro delle chiamate di soccorso, urgenza e sicurezza
2) Chiamata e messaggio di soccorso, procedure cui attenersi quando si ascolta una richiesta di soccorso da parte di un’altra nave, chiamata e messaggio per il reinoltro della richiesta di soccorso da parte di un’altra nave.
3) Canali VHF specifici per le comunicazioni in fonia Nave/Nave, Nave/Stazione Costiera, Operazioni Portuali
4) Uso e destinazione dei canali VHF (ITU Appendice 18)
5) Procedure da attuare in caso di invio di un Distress errato
6) Propagazione delle onde radio e comunicazioni Simplex e Duplex
7) Architettura del sistema GMDSS
8) Mantenimento della guardia delle comunicazioni radio
9) Funzionamento ed operatività della tecnologia DSC
10) Sistema e funzionalità dell’apparato NAVTEX
11) Sistema e funzionalità della radio-boa satellitare EPIRB
12) Sistema e funzionalità del radar transponder SART
L’esame prevede una verifica delle conoscenze sulla teoria ed una prova pratica sugli apparati.
Come si evince dal programma d’esame, è decisamente preminente la parte relativa alla fonia rispetto a quella relativa alla funzionalità DSC, cui è riservata la sola parte pratica, difatti la valutazione prevalente è relativa alla perfetta conoscenza delle comunicazioni in fonia.
L’esame GMDSS-SRC in Italia si svolge unicamente presso il MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) sede di Roma. Ormai congestionato dalle numerosissime prenotazioni risponde con tempi lunghi: da uno a due mesi.
In Italia vi sono diversi Centri RYA inglesi riconosciuti dall’MSI (Marine Coast-Guard Agency), presso i quali è possibile seguire un corso di una giornata e sostenere l’esame GMDSS-SRC nel medesimo giorno.
Come detto il certificato GMDSS-SRC rilasciato da un organo governativo di qualsiasi Paese ha valenza internazionale.
La lingua inglese è la lingua ufficiale prevista per le comunicazioni Radio-marittime.
È sufficiente andare sul sito www.marinetraffic.com per rendersi conto che la maggior parte del traffico marittimo anche nelle nostre acque territoriali è rappresentato da unità battenti bandiera estera.
Il sistema GMDSS raccomanda vivamente la tecnologia DSC in quanto oltre a decongestionare fortemente il traffico sul canale 16, supplisce alle difficoltà di comunicazione dovute a lingue e dialetti diversi, in caso di richieste di soccorso. Un Distress Alert inviato in DSC trasmette una stringa che contiene l’identificativo internazionale dell’unità (MMSI) le coordinate geografiche ed orario, oltre alla natura dell’emergenza. Tutte le stazioni, sia Costiere che di Nave (nell’ambito della copertura) ricevono l’allarme e i dati dell’unità, anche se l’apparato è sintonizzato su qualsiasi canale VHF, abbia lo squelch tarato male o il volume basso.
Ad ogni allerta inviato in DSC deve sempre fare seguito il messaggio in fonia secondo il protocollo stabilito.
Per meglio comprendere l’utilità della tecnologia DSC, provate a registrare la vostra voce, simulando una richiesta di soccorso in fonia immaginando di essere in navigazione con condizioni meteo impegnative, infreddoliti, stanchi e notevolmente provati. Chiedete a chi vi è vicino di prendere nota di quanto avete trasmesso e valutatene il risultato. Il tutto possibilmente in lingua inglese.
Con buona probabilità il vostro messaggio risulterà incomprensibile o errato.
Inizia a navigare dal 1967 sulla barca del padre, l’8 msI Bamba del 1927 Cant. Baglietto..
Nel 2004 fonda l’associazione U.N.I.C.A. Unione Nazionale Imprenditori Charter Nautico Associati e nel 2012 l’associazione Universo Mare per lo sviluppo della Nautica da diporto.
È autore di diversi libri editi da “Il Frangente” su normativa nautica, sicurezza e comunicazioni radio marittime.
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