Guida: i giubbini di salvataggio
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Un marinaio coscienzioso indossa sempre il giubbino di salvataggio. Molto spesso però per via del caldo in estate oppure perché ci si ritiene abili, si dimentica questa importante dotazione nel gavone.
Nei paesi con maggiore cultura nautica, come la Francia e l’Inghilterra, il giubbino salvagente è considerato un accessorio indispensabile e spesso si preferisce avere il proprio dispositivo personale e non uno generico in dotazione alla barca. Dovrebbe essere così anche in Italia, dove invece vige ancora l’usanza di considerare neofita e “sfigato” chi lo indossa.
CATEGORIE GIUBBINI E CAPACITÀ DI ROVESCIAMENTO
E’ importante distinguere tra l’aiuto al galleggiamento, spesso utilizzato in regata e che supporta solo parte del peso (solitamente è da 50N) e il giubbotto di salvataggio, quello che salva la vita, sostenendone completamente a galla il peso con la testa emersa, e in alcuni casi assicurando anche la rotazione di una persona incosciente sulla schiena, permettendogli di respirare.
I giubbini sono costruiti per adulti o per bambini (modelli junior). Questi ultimi variano in funzione del peso del bambino e i più piccoli possono avere un sostegno inguinale in tessuto o cinghia, per evitare che il salvagente si sfili dalla testa quando il bambino cade in acqua o lo si sta recuperando a bordo.
Esistono due categorie di giubbotti di salvataggio: quelli in schiuma espansa da 100 e 150N e quelli gonfiabili da 165, 180, 200, 275 e 300N. Questi numeri indicano i Newton (ricordiamo 10 N sono circa 1.02Kg) di spinta che il giubbino immerso genera verso l’alto, la sua galleggiabilità.
A livello normativo, i giubbotti venduti in Europa devono essere conformi alla normative 12402-4 per i 100N, 12402-3 per i 150N e 12402-2 per i 275N.
Un buon salvagente è pratico da indossare, ha possibilmente un sostegno per la testa, in modo da aiutarla nel sostentamento qualora non foste coscienti e non deve ostacolare i movimenti.
TIPI DI GIUBBINI E COME SONO FATTI
I modelli classici in schiuma espansa (morbida o rigida) prevedono una rivestimento arancione munito di catarifrangenti, così da essere visibili e rintracciabili in mare di giorno e notte. La loro struttura è composta da un interno di schiuma a cellule chiuse, ovvero che non assorbe acqua, così da non perdere di galleggiabilità anche se bagnati. I modelli in schiuma morbida favoriscono galleggiabilità e vestibilità. Si indossano a gilet e possono essere stretti con cinghiette con diversi sistemi di chiusura, più o meno pratici, per adattarsi alle differenti corporature.
Sono i più comuni e meno costosi, adatti ad una navigazione costiera e per ottemperare alle disposizioni di legge.
Leggermente migliori rispetto ai più economici giubbini a stola sono quelli a corpetto, più pratici per i movimenti e consigliabili al velista sportivo, per il wind surf o lo sci nautico. Questi ultimi sono spesso solo un aiuto al galleggiamento, di fatto hanno una spinta limitata e quindi non sono validi come dotazione di legge.
I preferiti dai marinai e spesso utilizzati per la navigazione d’altura sono i gonfiabili, automatici o con attivazione manuale, poco ingombranti in navigazione e molto efficienti, se ben indossati, una volta gonfiati. In opzione questi salvagenti possono avere un cappuccio che copre la testa e la protegge dagli spruzzi, uno dei maggiori pericoli per un naufrago in condizioni di vento estremo è la nebulizzazione dell’acqua nell’aria che respira.
Bisogna considerare che i salvagenti gonfiabili sono oggi la miglior soluzione e hanno capacità di spinta che va ben oltre i 150N dei giubbotti tradizionali, assicurando il massimo galleggiamento per ogni uomo, considerando anche i pesi indotti da abbigliamento, cerata e stivali.
Una volta immerso in acqua il giubbotto, una bomboletta di gas CO2 compresso viene forata dal meccanismo di apertura consentendo il gonfiaggio immediato delle camere in tessuto che lo compongono. Il sistema di apertura può essere idrostatico (Hammar) o con una pastiglia di sale o carta, che bagnata cede e libera il meccanismo, (UML-5) mentre è sempre presente un sistema manuale di emergenza così come una cannuccia per il gonfiaggio a bocca.
TABELLA SCHEMATICA RIASSUNTIVA-SISTEMI DI ATTIVAZIONE SALVAGENTE GONFIABILE
Tipo Attivazione Giubbino Gonfiabile | Descrizione | Nota |
MANUALE A STRAPPO | Semplice, si attiva un cordino che fora la cartuccia di CO2 e gonfia il salvagente | Si attiva solo se coscienti, inefficace come dotazione di sicurezza |
AUTOMATICO IDROSTATICO HAMMAR | Si attiva per pressione dell’acqua, una volta che il pressostato si è immerso per circa 10cm | Sistema resistente ad umidità ed acqua, ma non sempre si attiva se ci si immerge lentamente e sul dorso |
AUTOMATICO CON PASTIGLIA DI SALE O CARTA ULM-5 | Il più comune, una molla è trattenuta da un compressa di sale o carta che si scioglie se bagnata, forando la bomboletta e liberando la CO2 che gonfia il giubbino | Immediato, richiede minima manutenzione, può attivarsi in caso di onda o spruzzo che bagna la pastiglia e quando in sentina o nel gavone è presente acqua |
ACCESSORI UTILI
La dotazione minima di legge, spesso comune anche ai giubbini non conformi, è composta da:
- Fischietto
- Bande riflettenti catarifrangenti
- Un sistema di chiusura che lo renda stabile sul corpo
Come extra, specialmente per i gonfiabili, possono esserci:
- Luce fissa o lampeggiante sulla spalla, alimentata a batteria o con soluzione chimica (cyalume). In genere dura una decina di ore e facilita il ritrovamento notturno e in casi di scarsa visibilità.
- Imbrago da recupero (maniglia) solitamente in fettuccia rossa
- Imbrago di sicurezza, da collegare alla life line della barca mediante penzolo (meglio corto)
- Cappuccio para-spruzzi, per non inalare l’acqua polverizzata, adesso obbligatorio per le regate d’altura
Quando si sceglie un giubbino è bene provarlo con calma, possibilmente anche da gonfio, per accertarsi che, oltre alla spinta sufficiente per il peso della persona, sia facile e comodo da indossare, abbia un adeguato volume del collare e non presenti incompatibilità con la propria corporatura.
E’ fondamentale che l’autogonfiabile sia indossato sopra ogni altro indumento, così da permetterne l’adeguato gonfiaggio.
QUALE SCEGLIERE IN BASE ALL’UTILIZZO
Utilizzatore | Aiuto al galleggiamento | Giubbotto Salvataggio | |
Canoa, Kayak, SUP, Kite-Surf, Windsurf |
Adulto in costume da 65 a 100Kg | Corpetto 50-70N | |
Sci nautico | Adulto in costume da 65 a 100Kg | Corpetto 70-100N | |
Derive a vela e cabinati sportivi in regate sulle boe |
Adulto da 65 a 100Kg, vestizione leggera | Corpetto o gilet 100N | |
Navigazione costiera o in acque interne a vela o motore |
Adulto da 65 a 100Kg, vestizione medio-leggera | 150N o 180N gonfiabile o in schiuma espansa | |
Navigazione d’altura a vela o motore |
Adulto da 65 a 100Kg, abbigliamento completo e stivali | 180N-300N gonfiabile | |
Regata d’altura in temperature rigide |
Adulto da 65 a 100Kg, abbigliamento pesante e stivali | 300N gonfiabile |
IL SALVAGENTE ESTERNO
Una buona regola è quella di prevedere anche il salvagente esterno collegato al suo supporto e di facile rilascio, o la Dan Buoy l’asta con bandiera. Questi accessori sono complementari ad una cima galleggiante e ad una boetta per segnalazione notturna. Di fatto esistono anche dei contenitori Man Over Board, da collegare al pulpito. Sono delle sacche che contengono un aiuto al galleggiamento, pratico da lanciare nelle prossimità del malcapitato e munito di cima galleggiante.
La tasca, non solo funge da contenitore, ma protegge dal sole la plastica con cui è composta il salvagente, che nel tempo tende a deteriorarsi per l’aggressività dei raggi UV.
Il salvagente può essere morbido e a ferro di cavallo, oppure rigido e a forma anulare. Quest’ultimo, più ingombrante, risulta essere il più indicato, anche sulle navi, per la facilità di lancio contro il vento e la sua resistenza meccanica.
Verificare sempre inoltre le prescrizioni della normativa di bandiera.
CONSIGLI, MANUTENZIONE, CONSERVAZIONE
Pur mancando una regola precisa per la revisione come quella in vigore per i mezzi collettivi di salvataggio (zattere autogonfiabili), è raccomandato di verificare autonomamente almeno una volta l’anno l’integrità dei tessuti delle camere e delle cinghie e quella delle fibbie, il sistema di apertura, il posizionamento sul verde dell’indicatore di efficienza dei sistemi automatici. Quelli gonfiabili devono essere gonfiati a bocca e osservati per un paio d’ore per accertarsi che mantengano la pressione.
Per mantenerli efficienti, vanno tenuti asciutti, puliti e lavati dal sale, tenendo sempre a mente che Il giubbino non è eterno e andrebbe sostituito al primo segno di usura o danneggiamento dei tessuti o delle cinghie e mai tenuto a bordo se danneggiato o inefficiente.
La bomboletta è l’unica parte che reca una data di scadenza entro la quale va sostituita, varia in base ai Newton del salvagente e si sostituisce facilmente, essendo solo avvitata sul sistema di apertura. Viene venduta insieme alle parti per il ripristino del sistema Hammar o UML-5.
Dove va riposto il salvagente? Non nel gavone di prua sotto il letto, ma va disposto nell’armadio di ogni cabina, così che ogni ospite sappia dove si trova il suo e possibilmente ne prenda confidenza, comunque in un luogo asciutto e pratico, nel caso dobbiate recuperarlo velocemente.
CONCLUSIONI
Vi sono molte variabili nella scelta di un giubbino, sia in base alle condizioni di utilizzo, sia in base al margine di sicurezza che si vuole avere.
I salvagenti non servono solo per chi deve fare una navigazione oceanica, ma anzi, stando alla statistica dei sinistri, servono proprio durante le uscite domenicali e lungo la costa. Esistono anche dei modelli piccoli adatti per i bambini utili quando si naviga sul tender o su piccoli natanti e perfino per animali di media taglia.
Sceglietelo comodo perché non venga il desiderio di smetterlo appena possibile. Indossatelo sempre prima del necessario. Andate fieri di averlo indosso e mostrarlo. Documentatevi e scegliete bene.
DISCLAIMER-ESCLUSIONE DI RESPONSABILITA’
L’autore e la ditta Osculati non possono essere responsabili per l’uso improprio dei mezzi di salvataggio, l’articolo è di cultura generale.
Autore del libro “Lavori a Bordo” e conduttore del serial Tv “Lavori in barca”.
- La manutenzione dei fuoribordo - 27 Agosto 2020
- La traversata atlantica con l’ARC - 30 Marzo 2020
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